La bandita. Un’infermiera, le Alpi e un giallo di pregio

Written on 25 settembre 2025
Giordano Cotichelli


“Niente, gli serve solo un capro espiatorio. Noi infermiere non contiamo niente, il sindacato non ci difende. Qui conta chi fa i soldi. Se sparissi non se ne accorgerebbero nemmeno”. Sono le parole pronunciate da Sara Piras, infermiera di un ospedale torinese, in fuga sulle Alpi piemontesi. È ricercata per tentato omicidio. Una brutta storia che vede, oltre Sara, il protagonismo di Nanni Settembrini, guida alpina, di genuine origini napoletane, ma al cento per cento figlio della Torino proletaria di quella che una volta era la cintura industriale della capitale sabauda.

Nanni Settembrini, detective di montagna

Nanni è una guida, lavoro sovrapponibile a quello di qualsiasi detective dei romanzi gialli: un commissario, un private eye, un giornalista, o cos’altro.

Sì, una guida alpina è sicuramente un ottimo detective, in quanto andare in montagna, cercando di muoversi in sicurezza fra sentieri e petraie, climi ostili e luoghi inaccessibili, implica la capacità di indagare, analizzare, leggere, scrutare, osservare e pensare. Pensare e ponderare, senza rimuginare, ma assaporando il fluire dei pensieri, quasi rimanendo delusi quando si interrompe per una verità rivelata.

La professione della guida come indagine

Una guida deve capire le forze a disposizione, pesarle e confrontarle, studiare le mete alpine da raggiungere e i percorsi da seguire. Deve riuscire a leggere oltre le parole e le fanfaronate di turisti improvvisati, in cerca di emozioni per poter avere delle risposte certe che consentano alla mente di muoversi liberamente e con la stessa sensazione di lucidità e profondità che un panorama montano offre dalla vetta – concessa – a chiunque la raggiunga per guardare oltre; per guardare dentro.

E, in tutto ciò, il personaggio indagatore di Nanni Settembrini, creato dalla penna di Enrico Camanni, riesce a dare il suo contributo narrativo in quello che si rivela come un riuscito e fresco giallo di stagione, uscito d’estate, ma valido sempre, anche per il suo intrigante titolo: “La bandita. Un mistero per Nanni Settembrini”.

La bandita: infermiera in fuga

Come anticipato, la bandita in questione è un’infermiera che si trova coinvolta in una storia che la vede prima come fuggitiva, e poi quale ricercata dalle forze dell’ordine e dai media, sempre affamati di qualsiasi cosa possa stimolare il ventre pruriginoso del lettore medio dell’italica stirpe.

Sara è dunque la bandita e, allo stesso tempo, l’infermiera che dice no in maniera violenta alla gerarchia del mondo sanitario, di una professione stretta nella sudditanza di genere: il maschio – medico – dominante sulla femmina, servile, quanto fragile, abilmente controllata. Abilmente sedotta.

Dopo la fuga iniziale però di Sara non si sa più nulla e, mentre tutti sembrano dimenticare la sua storia, la guida alpina Nanni non si dà per vinto, non si arrende di fronte alle tracce che si fanno sempre più flebili, fino quasi a scomparire.

La montagna come protagonista

La presentazione non può andare oltre. Il resto è narrazione da assaporare nello scorrere delle pagine, senza che una recensione ne possa “spoilerare” (una volta si diceva anticipare) particolari di vario tipo. Una cosa però si può aggiungere, parlando della protagonista prima del romanzo che domina tutta la scena: Lei, la montagna, il soggetto plurale descritto da Camanni, composto da un mondo universale che solo la malata mente umana divide in confini nazionali: Alpi francesi, italiane, svizzere, ecc.

La montagna è, e basta. La montagna si stende attraverso confini, unisce valli per poi dividerle, nasce in un golfo e si va a coricare in quello posto dall’altra parte dell’orizzonte. A volte fra i suoi boschi si muovono uomini e animali in fuga, armati di uguale stirpe, ma con “la divisa di diverso colore”, merci e mercanti. Una volta superati i confini posti dalla natura spesso, troppo spesso, quelli posti dall’uomo lasciano indietro qualcosa, più spesso qualcuno: i dimenticati e gli invisibili di sempre.

Il tempo della storia

Alla fine, tutto è pronto per la narrazione: una donna, un’infermiera, una bandita in fuga e scomparsa. Un uomo caparbio che non vuole abbandonare la ricerca della bandita che si muove nell’ammaliante abbraccio della montagna.

Manca un particolare. La storia si svolge nel 1993, trent’anni fa che sembrano tre secoli tanti e tali sono stati i cambiamenti da allora che il mondo non è più lo stesso. Ed è anche per questa ragione che la storia di Camanni rapisce il lettore con il suo fascino proiettandolo in un anelito di speranza verso il futuro mentre viene cullato dalle atmosfere eterne della fuga e della ricerca.