Tu la conosci Claudia?

Tu la conosci Claudia?

Claudia Cardinale non è stata solo una diva del cinema, ma una voce e un volto che hanno incarnato dignità, forza ed emancipazione femminile. Dai grandi capolavori come Il gattopardo a film politici come Libera amore mio!, la sua eredità resta viva e attuale.

G Giordano Cotichelli
The Voice of Hind Rajab: un film che grida giustizia

The Voice of Hind Rajab: un film che grida giustizia

Ventitré minuti di applausi a Venezia per The Voice of Hind Rajab, film che porta sullo schermo la voce di una bambina palestinese e diventa simbolo della memoria e della resistenza dei bambini di Gaza.

D Danila Palladini
I miei problemi senza te si chiaman guai

I miei problemi senza te si chiaman guai

Sono passati trent’anni da quando l’allora ventitreenne cantautore milanese Gianluca Grignani compose – testo e musica – una delle più belle canzoni romantiche italiane degli anni ’90: La mia storia tra le dita. Un brano che ha segnato una generazione e che, ancora oggi, continua a parlare di amore, maturità e consapevolezza.

L Luca Pellicci
Ci chiederete di Gaza

Ci chiederete di Gaza

Voi figli e voi nipoti, domani ci chiederete dei primi anni di questo secolo… Cosa abbiamo fatto per Gaza, per l’Ucraina, per il Sudan e per l’Afghanistan? Una poesia che consegna alle generazioni future il peso delle nostre omissioni.

G Giordano Cotichelli
L’attimo fuggente. Insubordinazione e rito di passaggio

L’attimo fuggente. Insubordinazione e rito di passaggio

L’attimo fuggente non è un film per spettatori passivi: è un atto di insubordinazione e un rito di passaggio che trasforma un’aula in un laboratorio di rivoluzione interiore. Salire su quel banco significa non tornare più a guardare il mondo con gli stessi occhi. L’attimo fuggente non è un film per spettatori passivi. È una sfida, un richiamo, un atto di insubordinazione lanciato contro la pigrizia dello sguardo. Resiste alle etichette e si sottrae a ogni giudizio facile, perché la sua forza non è nel messaggio che enuncia, ma nel terremoto che provoca. È un rito d’iniziazione travestito da dramma scolastico: ti invita a salire su un banco e a guardare il mondo da un’altezza scomoda, dove non puoi più fingere di non vedere. Chi accetta, non scende più con gli occhi di prima.

D Danila Palladini