Molte sofferenze della nostra vita dipendono dal modo in cui pensiamo alle cose. Ansia, frustrazione, paura, delusione, rabbia, insoddisfazione generale e tutto ciò che influenza negativamente la vita di una persona sono in realtà il prodotto di un modo sbagliato di guardare il mondo. Evitare tutto questo è possibile ed è interamente nelle nostre mani.
È quanto sostiene John Sellars, docente di Filosofia al Royal Holloway, University of London, nel libro Sette brevi lezioni sullo stoicismo, in cui illustra come la filosofia antica interpretata da Seneca, Epitteto e Marco Aurelio possa essere una profonda fonte di ispirazione anche per l'uomo contemporaneo e avere un forte impatto sulla nostra esistenza moderna.
L'autore spiega come le idee dei tre maggiori stoici romani (I-II secolo d.C.) possano essere applicate nella vita quotidiana, migliorandola significativamente. Che i loro insegnamenti incrementino il senso di benessere è stato dimostrato da un esperimento globale online condotto nel 2012 e che si rinnova annualmente: le persone che vi hanno partecipato, vivendo come gli stoici per una settimana o un mese, riferiscono entusiasmo, un senso di energia e gioia di vivere.
Vivere bene con Seneca, Epitteto e Marco Aurelio
Sellars sostiene che lo stoicismo rappresenti una vera terapia per la mente. Le opere dei tre filosofi, che trattano di come vivere, sono senza tempo perché affrontano i problemi quotidiani di chi, in ogni epoca, cerca di tracciare la propria rotta nella vita.
Gli stoici riflettono su come capire il proprio posto nel mondo, su come tenere duro quando le cose non vanno come vorremmo, su come controllare le emozioni e comportarsi con gli altri, nonché su come vivere una vita buona e degna di un essere umano dotato di ragione.
Essi esplorano ciò che possiamo e non possiamo controllare e indagano su come il modo in cui pensiamo possa generare emozioni dannose. Fanno inoltre riflettere sulle nostre relazioni con il mondo esterno e sul posto che vi occupiamo come esseri sociali inseriti in comunità locali e globali.
La cura dell’anima e la vita virtuosa
Considerando la scuola del filosofo come un ospedale per le anime, Epitteto riteneva fondamentale prendersi cura dell'anima, intesa non come qualcosa di immateriale o soprannaturale, ma come mente, pensieri e opinioni. La condizione dell'anima determina la qualità della nostra vita, che dovrebbe essere virtuosa e di valore.
Secondo gli stoici, avere un buon carattere e condurre una vita buona significa essere saggi, giusti, coraggiosi, temperanti e socievoli. Una vita felice è una vita in armonia con la Natura, sia quella esterna sia la nostra natura umana. È pertanto essenziale riconnettersi con ciò che siamo e viverlo consapevolmente.
Il controllo dei giudizi e la serenità
Sellars spiega che le cose che possiamo controllare, ossia quelle in nostro potere, sono i nostri giudizi. Essi determinano il modo in cui agiamo attraverso desideri e impulsi. Tutto il resto è fuori dal nostro controllo.
Epitteto afferma che gran parte dell'infelicità umana deriva dal pensare di avere il controllo di cose che in realtà non controlliamo affatto, come il corpo, gli averi, la reputazione, il successo. Non abbiamo il pieno controllo della mente, ma solo di un certo tipo di attività mentali: non scegliamo sensazioni o ricordi e non possiamo accendere o spegnere le emozioni a piacimento.
Possiamo solo controllare ciò che pensiamo sulle cose che ci capitano. Il valore che esse sembrano avere non è intrinseco, ma dipende dai nostri giudizi. Per avere controllo della nostra vita occorre diventare padroni dei giudizi, superando la tendenza a giudicare in fretta.
Emozioni e autocontrollo
Le emozioni, per gli stoici, sono il prodotto dei giudizi che formuliamo: ne abbiamo quindi pieno controllo e responsabilità. Non possiamo però controllare le emozioni altrui, ma solo la nostra reazione.
Non dobbiamo negare o reprimere le emozioni, ma evitare di lasciarle crescere fino a turbarci e mandarci fuori controllo, specialmente se negative. Essere preda di un'emozione significa permetterle di prendere velocità, diventando incontrollabile. Una volta esplosa, non resta che attendere che si plachi.
Gli stoici invitano quindi a non reagire impulsivamente agli eventi, ma a prendersi una pausa per riflettere prima di formulare un giudizio.
Affrontare le avversità
Anche se sappiamo che le avversità sono fuori dal nostro controllo, ciò non basta ad attutire il colpo quando si abbattono su di noi. È necessario acquisire le capacità per affrontarle, imparando a destreggiarsi tra gli alti e bassi della vita.
Seneca suggerisce di non considerare le cose brutte come autentici mali: gli eventi esterni non sono né buoni né cattivi in sé. Le sventure possono invece giovare, offrendoci l’occasione di esercitare virtù e migliorare il carattere.
Il filosofo ci ricorda anche di prepararci a qualsiasi eventualità, inclusa la mortalità. Le avversità colpiscono più duramente chi non se le aspetta: l’accettazione e la consapevolezza rendono più forti.
Il valore del tempo e l’arte di vivere bene
“La vita è in questo momento, non possiamo rinviarla più a lungo e tutto dipende da ciò che ciascuno di noi farà proprio ora”, ammonisce Epitteto, mentre Seneca ci ricorda nel De brevitate vitae che “non è che la nostra vita sia troppo breve, il problema è che noi perdiamo davvero troppo tempo”.
La vita è quasi finita quando finalmente siamo pronti a viverla. “Il grosso della vita non è altro che tempo che passa”, scrive Seneca, invitando a non sprecare i nostri giorni e a rimettere noi stessi al centro.
Dobbiamo godere e usare a fondo ogni giorno come se fosse una vita intera, ricordando che potrebbe essere l’ultimo. Imparare a vivere bene, secondo gli stoici, potrebbe richiedere una vita intera.

