Sacharov, dalla storia di un uomo al premio sulla libertà di pensiero

Written on 23 ottobre 2025
Monica Vaccaretti


Il giornalista bielorusso Andrzej Poczobut e la giornalista georgiana Mzia Amaglobeli sono detenuti solo per aver fatto il proprio lavoro. Così la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola ha annunciato ieri a Strasburgo l'assegnazione del Premio Sacharov per la libertà di pensiero ai due reporter dissidenti, diventati simbolo della lotta per la libertà e la democrazia nei due Paesi dell'ex Unione Sovietica.

Il significato del Premio Sacharov

Intitolata al fisico e dissidente politico russo, l'onorificenza viene conferita dal 1988 a personalità e organizzazioni che si distinguono nella difesa dei diritti umani, della libertà di espressione e dei valori democratici, nonché nella lotta contro l'intolleranza, il fanatismo e l'oppressione.

Sacharov, voce del dissenso antisovietico nel nome della libertà e dell’etica scientifica, è stato descritto come “l'uomo che non aveva paura” di rifiutarsi di sottomettersi a idee imposte. “Con l'assegnazione di questo premio rendiamo omaggio a due giornalisti il cui coraggio risplende come un faro per tutti coloro che rifiutano di essere messi a tacere”, ha spiegato Metsola, sottolineando come entrambi abbiano pagato a caro prezzo per aver detto la verità al potere. “L'Europarlamento è al loro fianco e al fianco di tutti gli attivisti dei diritti umani e dei dissidenti del mondo che continuano a reclamare la libertà”, ha assicurato la presidente.

Andrzej Poczobut, la voce libera della Bielorussia

Andrzej Poczobut, attivista appartenente alla minoranza polacca in Bielorussia, è detenuto dal 2021 in una colonia penale per le sue critiche al regime di Lukashenko. Dal carcere, dove deve scontare una condanna a otto anni, continua tuttavia a lottare, nonostante le condizioni di salute peggiorate per la mancanza di cure mediche adeguate. Il Parlamento Europeo ne chiede il rilascio immediato e incondizionato.

In una risoluzione del 15 marzo 2023, l’Europarlamento ha dichiarato che le accuse mosse nei confronti del giornalista sono motivate politicamente, essendo “mirate a tacere le voci indipendenti e a reprimere la libertà di espressione e di associazione”.

Mzia Amaglobeli, simbolo della resistenza civile in Georgia

Mzia Amaglobeli, direttrice di varie testate online in Georgia e figura di riferimento del movimento pro-democrazia, è stata arrestata nel 2025 per aver partecipato a una manifestazione antigovernativa a Tbilisi. È stata condannata a due anni di carcere per essere il volto della resistenza civile del movimento di protesta filodemocratico che, dopo le elezioni del 2024, si oppone al regime del partito Sogno Georgiano.

Anche in suo favore, l’Europa ha adottato il 19 giugno una risoluzione che ne chiede il rilascio immediato e incondizionato. Nel documento si condannano gli attacchi sistematici del regime georgiano contro le istituzioni democratiche, l’opposizione politica, i media indipendenti, la società civile e l’indipendenza della magistratura.

Chi era Andrej Sacharov

Andrej Dmitrievic Sacharov (1921-1989) fu l'inventore della bomba a idrogeno sovietica. Preoccupato per le conseguenze del suo lavoro sul futuro dell'umanità, contribuì alla firma del trattato contro i test nucleari del 1963. Per aver contestato gli esperimenti nucleari a scopo bellico ed essere diventato uno dei più coraggiosi critici del regime sovietico, venne considerato un dissidente dalle idee “sovversive”.

“Uno scienziato è prima di tutto un essere umano. Per questo la morale e i valori etici sono la cosa più importante: nella vita personale, nella vita pubblica e nel lavoro scientifico”, spiegava Sacharov a proposito del suo attivismo.

Nonostante le pressioni governative, nel 1970 istituì un comitato per la difesa dei diritti umani e delle vittime delle persecuzioni politiche, impegnandosi per la liberazione dei dissidenti. Nel 1975 gli venne conferito il Nobel per la Pace, riconoscimento del suo impegno civile. “Pace, progresso, diritti umani: questi tre obiettivi sono indissolubilmente legati”, dichiarò accettando il premio dell’Accademia di Svezia, pur essendogli stato impedito di ritirarlo di persona.

Dopo la sua opposizione all’invasione sovietica dell’Afghanistan nel 1980, fu arrestato ed esiliato a Gor'kij (oggi Novgorod), in un ospedale psichiatrico. Per screditarlo, il governo sovietico gli revocò i premi Stalin e Lenin. Riabilitato nel 1986 grazie a Gorbaciov, tornò libero a Mosca. Nel 1987 autorizzò l’intitolazione del Premio Sacharov per la libertà di pensiero. Morì nel 1989, poco dopo essere stato eletto deputato.

Nel 1996 fu aperto a Mosca il Centro Sacharov, dedicato alla sua vita e ai movimenti dissidenti dell’Unione Sovietica. Il museo e centro culturale, simbolo della memoria civile, è stato chiuso nel 2023 da un tribunale russo su richiesta del ministero della Giustizia.

L’attualità del pensiero di Sacharov

Alla luce della repressione crescente nella Russia di Putin, le parole di Sacharov risultano oggi drammaticamente attuali. “Una nazione che non rispetta i diritti dei propri cittadini non rispetterà quelli delle nazioni confinanti”, sosteneva. “Non bisogna fidarsi di un governo più di quanto un governo si fidi dei suoi cittadini”, ammoniva.

“Io sono convinto che il compito degli istituti umani, fra cui anche il progresso, sia quello non solo di preservare gli uomini da sofferenze inutili, ma anche di conservare nell'uomo tutta la sua umanità: la gioia del lavoro, la gioia del mutuo soccorso, la gioia della conoscenza dell'arte”, dichiarava lo scienziato. “Non riesco a immaginarmi l'universo e la vita umana senza un principio che dia loro significato... Forse un tal modo di sentire può definirsi religioso”, sosteneva pur criticando una Chiesa troppo legata allo Stato.

“La vita spirituale degli uomini, i loro impulsi profondi e la loro spinta all'azione sono le cose più difficili da prevedere, ma proprio da queste dipende la morte o la salvezza della civiltà”, ribadiva Sacharov, attivista dei diritti umani.

La memoria di Sacharov e il Giardino dei Giusti

Dal 2003 Sacharov è ricordato come Giusto nel Giardino dei Giusti di tutto il mondo, a Milano, nel Parco Monte Stella. Il memoriale, ispirato a quello di Gerusalemme, onora le persone che si sono opposte ai genocidi e ai crimini contro l'umanità. Anche per Sacharov c'è un cippo di granito e un albero di pruno, per ricordarlo come un uomo che ha scelto il bene.