A Padova, un antico orologio posto su una torre medioevale batte ancora perfettamente le ore con i rintocchi di una campana di bronzo. È la Torre dell’Orologio. Si affaccia su Piazza dei Signori ed è incastonata tra il Palazzo dei Camerlenghi e il Palazzo del Capitanio, poggiando sulla facciata d’ingresso trasformata in un arco di trionfo. Sulle quattro colonne che sostengono il frontone campeggia il leone di San Marco, simbolo del dominio della Serenissima. Spicca sin da lontano per il colore del quadrante, un elegante azzurro che contrasta con il candore della pietra d’Istria dei due palazzi.
Un orologio sempre cinque minuti indietro
Rispetto ad altre torri con orologio della stessa epoca, la Torre dell’Orologio di Padova si distingue per una curiosa particolarità: l’orologio è sempre cinque minuti indietro. L’orario non corrisponde mai a quello dei moderni orologi da polso, ma i padovani non se ne lamentano. Questo ritardo, che persiste sin dalla costruzione, non è dovuto a ingranaggi arrugginiti o a cattiva manutenzione, ma è del tutto normale: il tempo segnato sulla torre è quello già passato. Il cambio dell’ora avviene infatti ogni cinque minuti.
Il meccanismo, detto “a gabbia”, è composto da due treni: uno per il tempo e uno per il suono della campana. Mentre il meccanismo si prepara al prossimo scatto, ciascuno sa di aver già vissuto quanto segnato sul quadrante, proiettandosi verso i successivi cinque minuti.
La Torre è famosa anche per il “ribotto”: cinque minuti dopo aver suonato l’ora, la campana si ripete con un secondo rintocco. Un’usanza antica, legata al commercio: il primo botto segnava l’ora, il ribotto decretava la fine delle trattative in piazza.
Un capolavoro di ingegneria e astrologia
Non è un semplice orologio. Oltre a segnare e suonare le ore, indica i mesi, le fasi lunari e il corso del sole attraverso i segni zodiacali. Si tratta di un astrario, un orologio astronomico-astrologico, il più antico funzionante d’Europa e probabilmente del mondo. Fu realizzato nel 1344 da Jacopo Dondi da Chioggia, ingegnere, medico e astronomo, per misurare non solo le ore ma anche l’influenza degli astri sulla salute delle persone. La fama dell’opera fu tale che la famiglia del suo inventore fu ricordata come “Dondi dell’Orologio”.
Il quadrante e i segni dello zodiaco
Il quadrante ha forma circolare, diviso in fasce, con al centro la Terra secondo la teoria tolemaica del sistema geocentrico. La lancetta con il Sole indica le ore, mentre la Luna compare in una finestra circolare. La fascia esterna riporta le ore in numeri romani; quella mediana, in piombo, è decorata con stelle di rame; la terza presenta i segni zodiacali in rilievo, dorati con oro zecchino.
Curiosamente i segni zodiacali sono undici: manca la Bilancia, mentre lo Scorpione occupa due spazi. La leggenda vuole che Dondi, scontento del compenso ricevuto, l’abbia rimossa come simbolo di giustizia negata. In realtà, la scelta risale al sistema zodiacale pre-romano, quando Scorpione e Bilancia erano un unico segno.
All’epoca si leggeva l’ora “all’italiana”: la prima ora del giorno iniziava al tramonto e l’ultima terminava al tramonto successivo. Medici e astrologi traevano auspici e previsioni osservando le congiunzioni astrali evidenziate sul quadrante.
Distruzione e rinascita della torre
L’orologio originale andò perduto quando la torre fu distrutta da un incendio durante le guerre tra Carraresi e Visconti (1388-1390). In epoca veneziana la torre fu ricostruita (1436) sulle rovine della porta orientale della Reggia carrarese, rialzata fino a 30 metri. Su richiesta dei padovani, venne installato un nuovo orologio astrario, copia di quello di Dondi, ma orientato verso occidente, in direzione di Venezia. La nuova torre fu inaugurata nel 1437 durante la festa di Sant’Antonio.
Si narra che le formelle zodiacali siano le stesse del primo orologio, recuperate miracolosamente dall’incendio. Da allora, la torre rappresenta uno dei simboli più iconici di Padova.
La torre oggi
La Torre dell’Orologio è composta da cinque piani: i primi tre ospitano il meccanismo dell’orologio, sorretto da una struttura lignea e protetto da un armadio; gli altri due erano la residenza del maestro orologiaio, custode e manutentore. Nella seconda metà dell’Ottocento furono praticati quattro fori agli angoli del quadrante per installare dispositivi che mostravano ore, minuti, giorno e mese.
Dopo un restauro iniziato nel 1990 e durato vent’anni, la torre è tornata a funzionare nel 2010. Nel 1623 Angelo Portenari la descriveva così: “È una bellissima torre coperta di piombo, nella quale è quello artificiosissimo horologio, il quale oltre il battere e il mostrar dell'hore, mostra il giorno del mese, il corso del Sole nelli dodeci segni del Zodiaco, li giorni della Luna, gli aspetti d’essa col Sole e il suo crescere e scemare.”
Il valore del tempo
L’orologio sulla torre ci ricorda di dare valore al tempo, vivendolo. Quello già passato dà sostanza ai giorni vissuti, quello futuro non è ancora segnato. Ciò che conta è vivere il presente, una battuta di cinque minuti alla volta.

