In Giappone, dove i treni Shinkansen della Japan Railways sfrecciano puntuali come proiettili a 320 km/h collegando le principali città metropolitane, esiste una stazione ferroviaria situata nel nulla, lontana da centri abitati e luoghi di attrazione turistica. La chiamano la stazione di Seiryu Miharashi Eki, che significa “piattaforma con vista sul fiume”. Si trova nell'ultimo posto dove verrebbe in mente di costruirne una, in un luogo disabitato, nei pressi della città di Iwakuni, nella prefettura meridionale di Yamaguci, lungo la linea ferroviaria suburbana che collega la città di Kawanishi a Nishikicho. Aperta nel 2019, è localizzata come una stazione fantasma, tra quella di Naguwa e quella di Nekasa.
Descrizione della stazione
È una stazione in superficie e vi passa un solo binario. Ma è formata soltanto da una piattaforma panoramica, immersa nella natura e nel silenzio. Si tratta di un piccolo rettangolo di cemento coperto da una pensilina. Vi si arriva in treno, spesso un unico vagone colorato dove a bordo servono il sakè ai passeggeri nei mesi più freddi. Il treno che ferma qui è piccolo, con pochi posti, non essendo destinato al trasporto di massa.
Questa stazione non è raggiungibile per strada, l'unica è sull'altro versante della montagna, e nemmeno a piedi attraverso un sentiero impervio tra la fitta vegetazione. È una semplice fermata, in mezzo a una natura incontaminata, da cui non ci si può allontanare. Non c'è un'entrata e non c'è un'uscita per andare da qualche parte. È senza biglietteria, non c'è neanche un piccolo bar per prendere un caffè.
Si può solo scendere sulla banchina in attesa del treno successivo per tornare indietro o andare avanti e nel frattempo starsene ad ammirare il paesaggio, in piedi dato che non c'è posto per una panchina. Lo sguardo può girovagare lento nei dintorni, posandosi da una parte su un bosco adagiato sul pendio di una montagna e, dall'altra, sulle acque del fiume Nishiki. Non c'è nient'altro, soltanto la natura.
Il significato e lo scopo
Questa suggestiva stazione giapponese sembra inutile, non avere alcun senso, quasi uno scherzo. È stata costruita invece con uno scopo ben preciso: ricordare alle persone l'importanza di fermarsi, sia in senso fisico che mentale. Ecco che, in un mondo che spinge sempre a muoversi e ad andare di corsa, essa diventa un luogo speciale per ascoltarsi e guardarsi attorno senza avere null'altro da fare, nemmeno pensare, se non quello di scoprire un diverso punto di osservazione per ritrovare una maniera di vivere più naturale e un ritmo di vita più umano.
L'esperienza del passeggero
Non è una fermata obbligata. Chi passa lungo questa tratta e conosce la funzione della stazione fantasma pensa: “Io, qui, posso fermarmi”. Il passeggero della linea che decide di scendere lo fa intenzionalmente, consapevolmente. Accetta di prendersi un tempo diverso, lento. Chi si ferma sente il bisogno di prendersi una pausa, di concedersi del tempo per sé, di ribellarsi alla routine e alla frenesia giornaliera. E lo fa facendo qualcosa che solo apparentemente sembra folle.
In fondo chi scende vuole soltanto fermarsi, niente di più che vivere il suo presente. Tornare a respirare, almeno per un po'. Quella fermata, una volta risaliti sul treno che ripassa ogni 15 minuti, è un toccasana e serve da monito per i giorni che verranno lontano da lì.

