MoMA, la nascita del tempio dell’arte moderna a New York

Written on 07 novembre 2025
Monica Vaccaretti


Era il 7 novembre 1929, nove giorni dopo il Martedì nero. A New York, in un modesto edificio affittato, aprì per la prima volta al pubblico il MoMA (The Museum of Modern Art), destinato a diventare il più importante museo di arte moderna e contemporanea mondiale.

Le origini del MoMA e le “daring ladies”

“L'idea è nata pensando alle donne newyorkesi di mia conoscenza che avevano profondo interesse per la bellezza e collezionavano quadri: donne che sarebbero state disposte a creare un museo d'arte moderna insieme. La signora Lillie Bliss e la signora Mary Quinn Sullivan erano perfette per questo piano”.

Così Abby Aldrich Rockefeller, collezionista e filantropa statunitense appartenente alla celebre famiglia, spiegava nel 1936 le ragioni che la portarono a fondare con le sue due amiche questo tempio dell'arte moderna, che oggi si trova – dopo un incendio e tre cambi di indirizzo – nel quartiere di Midtown Manhattan, sulla 53ª strada, tra la Quinta e la Sesta Avenue.

Fu proprio grazie a queste tre collezioniste, soprannominate “The Daring Ladies”, che New York, già capitale mondiale dell'arte sin dai primi anni del Novecento, poté finalmente disporre di uno spazio pubblico permanente per esporre opere moderne e contemporanee. All'inaugurazione erano presenti solo duecento opere; oggi la collezione ne comprende circa 150.000.

La missione e la crescita del museo

La missione del MoMA è sempre stata quella di esporre il meglio delle opere d'arte recenti, curando grandi mostre retrospettive e antologiche, ma anche rivolgendo lo sguardo alle tendenze artistiche del momento.

Ogni anno milioni di visitatori da tutto il mondo varcano le sue porte. Con il tempo, i programmi espositivi sono diventati sempre più ambiziosi e di qualità, e il museo è cresciuto, allargando i propri spazi fino a diventare una delle principali istituzioni culturali del pianeta.

È considerato un “living museum”, un museo da vivere, anche attraverso seminari, simposi, performance e incontri sulle arti visive, l’architettura e il design. Da anni il MoMA svolge un ruolo di ricerca, formazione ed educazione, con l’obiettivo di portare l’arte a tutti, offrendo anche giornate di ingresso gratuito.

I dipartimenti e i capolavori

Il MoMA è strutturato in sei dipartimenti: Architettura e Design, Disegni e Stampe, Film, Media e Performance, Pittura e Scultura, Fotografia. L'ultimo piano, che raccoglie i maggiori capolavori del Novecento, è sempre il più affollato: vi si trovano “La notte stellata” di Van Gogh, “Ninfee” di Monet, “Les Demoiselles d'Avignon” di Picasso, “La danza” di Matisse.

Qui si possono ammirare anche opere di De Chirico, Dalí, Modigliani, Pollock, Andy Warhol, Frida Kahlo e Hopper. Accanto ai grandi artisti trovano spazio autori meno noti, che creano capolavori utilizzando materiali semplici come cartoni, finestre e specchi. Il museo è celebrato come un faro di scoperte artistiche e nuovi talenti.

Il ruolo del MoMA nella Seconda Guerra Mondiale

Il MoMA è noto anche per aver sostenuto lo sforzo bellico statunitense durante la Seconda Guerra Mondiale, organizzando programmi speciali, mostre ed eventi in collaborazione con il Governo.

Richiamando gli artisti alla responsabilità nei “momenti di emergenza”, il museo divenne un centro di impegno sociale. Contribuì al programma MFAA (Monuments, Fine Arts and Archives), istituito per tutelare i beni culturali nelle aree di conflitto e recuperare le opere rubate dai nazisti.

Alla missione parteciparono 345 donne e uomini, provenienti da 14 paesi, tra storici dell'arte, curatori, artisti e architetti, affiancati ai militari delle Forze Alleate. Li chiamavano “Monuments Men”, e la loro storia ha ispirato anche un film diretto da George Clooney nel 2014.

La notte stellata di Van Gogh

“La notte stellata” di Vincent Van Gogh, acquistato dal MoMA nel 1941, è tra i capolavori più ammirati. Le stelle, che vorticano vertiginosamente su se stesse come meteore impazzite, catturano l’attenzione dell’osservatore.

Il quadro emana una forza straordinaria per il movimento delle pennellate e per la quiete bellezza della natura rappresentata. Raffigura il paesaggio di Saint-Rémy-de-Provence visto dalla camera del pittore, durante il suo ricovero nella clinica psichiatrica.

Secondo le lettere scambiate con il fratello Theo, la scena rappresenterebbe la notte del 19 giugno 1889.

Il design al MoMA: dall’Italia al mondo

Al MoMA sono esposti anche celebri oggetti di design italiano, dalle automobili Fiat – come la Multipla del 1998 – ad altri oggetti “di tutti i giorni”: lo spremiagrumi Juicy Salif di Alessi, la penna Tratto della Fila, alcune macchine da scrivere Olivetti (Lettera 22, MC-2 e Valentine) e la Moka Bialetti.

Negli archivi della collezione design figurano anche oggetti curiosi e sorprendenti: la prima matita con gomma incorporata (Hymen Lipman, 1858); la piccozza dei Fratelli Grivel per la scalata al K2 (1954); i biglietti di auguri degli anni ’50; il primo computer commerciale IBM 305 RAMAC (1956); il segnale stradale “attraversamento mucche” britannico (1957-1967); il ventilatore Air Flow (1965); il porta scopino da WC (1977); il Pin di Google Maps (2005); le forbici Fiskars dal manico arancione (1960-1967).

Il Giardino delle Sculture e la rosa gigante

Davanti al museo si trova l’Abby Aldrich Rockefeller Sculpture Garden, il Giardino delle Sculture, dove spicca una gigantesca rosa rossa a gambo lungo, alta otto metri. È opera dell’artista tedesca Isa Genzken, che con la sua arte pubblica intende valorizzare il tessuto urbano.

L’installazione, in alluminio e acciaio inossidabile, è stata donata al MoMA nel 2010 come pegno d’amore per New York, definita dall’artista una “crazy city”. La scultura è una replica dell’originale del 2007, creata per Lipsia.