I dispositivi mobili personali, in particolare gli smartphone, hanno profondamente trasformato il modo in cui le persone comunicano e accedono alle informazioni, grazie a un’ampia gamma di funzionalità che li rende strumenti versatili e ormai indispensabili nella vita quotidiana.
Anche il settore sanitario ha rapidamente adottato queste tecnologie, integrandole sempre più nella pratica clinica. Il loro utilizzo ha migliorato in modo significativo la comunicazione tra professionisti, offrendo un accesso immediato a risorse informative e cliniche essenziali. A conferma della loro ampia diffusione, nel 2024 ne sono stati acquistati oltre 1,2 miliardi a livello globale. [1]
Una vasta gamma di applicazioni e software è oggi disponibile per supportare l’attività sanitaria. Il numero esatto di applicazioni sanitarie disponibili varia continuamente, ma per darvi un’idea i dati aggiornati al 2024 parlano di 95.000 App su Google Play Store (Android) e 55.000 su Apple App Store (iOS). [2]
Display e rischio di contaminazione
Tuttavia, l’uso continuo e la frequente manipolazione rendono questi dispositivi vulnerabili alla contaminazione microbica. Scorrere o toccare il display è ormai un gesto abituale, che li espone a un rischio costante di contaminazione.
Sono proprio queste azioni a poter rappresentare un pericolo non solo per i pazienti, ma anche per gli operatori sanitari e per le persone a loro vicine — familiari e amici — soprattutto considerando che tali dispositivi vengono spesso condivisi o temporaneamente affidati ad altri.
Se in un primo momento l’impiego dei dispositivi mobili in ambito sanitario sollevava preoccupazioni soprattutto per le possibili interferenze elettromagnetiche con le apparecchiature mediche, oggi l’attenzione deve concentrarsi principalmente sul rischio infettivo.
Numerosi studi hanno cercato di analizzare il livello di contaminazione di questi dispositivi e di identificare i microrganismi che possono veicolare mettendo a confronto l’ambito comunitario da quello sanitario.
Contaminazione degli smartphone del personale sanitario
Tra i numerosi studi condotti sull’argomento, uno in particolare ha analizzato gli smartphone di 250 operatori sanitari, confrontandoli con quelli di 191 persone appartenenti a un gruppo di controllo non ospedaliero.
I ricercatori hanno esaminato la presenza di batteri potenzialmente patogeni e la loro resistenza agli antibiotici, con particolare attenzione a Staphylococcus aureus ed Enterococcus.
I risultati sono stati molto chiari: quasi tutti gli smartphone del personale ospedaliero (99,2%) risultavano contaminati da microrganismi potenzialmente patogeni. Il numero di unità formanti colonie (CFU) era significativamente più elevato nei dispositivi degli operatori rispetto a quelli del gruppo di controllo.
Inoltre, ceppi di MRSA (Staphylococcus aureus resistente alla meticillina) e VRE (Enterococcus resistente alla vancomicina) sono stati riscontrati esclusivamente sugli smartphone utilizzati in ambito ospedaliero.
Grazie a tecniche avanzate di analisi genetica, è emersa anche una maggiore presenza di batteri Gram-negativi, una più ampia varietà di microrganismi e una presenza significativa di Bacillus spp. nei dispositivi del personale sanitario.
È importante comprendere quali siano le principali fonti di contaminazione dei nostri dispositivi mobili e le modalità attraverso cui i microrganismi possono essere trasmessi. [3]
Prima fonte di contaminazione: la manipolazione del dispositivo mobile
Lo studio "Mobile Touches" [4], condotto dalla società di ricerca americana “dscout”, ha offerto uno sguardo approfondito su come gli utenti interagiscono con i propri dispositivi mobili. La ricerca ha monitorato un campione di 94 utenti Android per cinque giorni consecutivi, utilizzando una app dedicata per registrare ogni interazione con il dispositivo.
Interazioni con i dispositivi mobili personali secondo lo studio “Mobile Touches”
- Tocchi Medi Quotidiani: in media, gli utenti di smartphone toccano, sfiorano o scorrono i propri dispositivi circa 2.617 volte al giorno
- Utenti Più Attivi: per gli utenti considerati "heavy user" o più attivi, questo numero sale significativamente, raggiungendo fino a 5.427 tocchi al giorno
- Tempo di Utilizzo: lo studio ha evidenziato che gli utenti trascorrono in media circa 145 minuti (circa 2 ore e 25 minuti) al giorno sul loro smartphone
- Sessioni Giornaliere: durante questo tempo, gli utenti effettuavano in media 76 sessioni separate di utilizzo al giorno
Questo studio, citato da numerose pubblicazioni, risale al 2016. È ragionevole ritenere che i numeri siano oggi ancora più elevati, in correlazione con l’aumento delle funzionalità e dell’uso quotidiano dei nostri dispositivi.
Smartphone: superfici ad “alto contatto”
Il contatto frequente e ripetuto con le superfici degli smartphone rappresenta una delle principali cause di contaminazione microbica.
Gli smartphone sono tipicamente tenuti vicino al viso, frequentemente manipolati, e in molti casi appoggiati su superfici condivise o contaminate, moltiplicando così i rischi di trasmissione di microrganismi.
Seconda fonte di contaminazione: appoggiare il dispositivo sulle superfici
Un’altra fonte significativa di contaminazione è l’atto di appoggiare il dispositivo mobile su superfici che possono essere contaminate da microrganismi patogeni. Tali superfici possono essere scrivanie, tavoli, letti ospedalieri o altri ambienti condivisi, dove la pulizia e la disinfezione non sempre sono garantite.
Terza fonte di contaminazione: telefonare
La modalità di utilizzo più tradizionale — chiamare — comporta un contatto diretto del dispositivo con la bocca e il viso, aumentando ulteriormente la possibilità di trasferire microrganismi dalla superficie del dispositivo alle mucose e viceversa.
Le “vie” della trasmissione: dal contatto all’auto-inoculazione
I microrganismi presenti sullo smartphone possono essere trasferiti alle mani dell’utente durante la manipolazione e, successivamente, alle mucose del viso, in particolare occhi, naso e bocca, attraverso il gesto inconsapevole di toccarsi il viso, facilitando così l’auto-inoculazione.
Toccarsi il viso favorisce le infezioni da auto-inoculazione
Studi comportamentali hanno dimostrato che gli individui tendono a toccarsi il viso un numero elevato di volte durante la giornata, spesso in modo inconsapevole. Questo gesto, se eseguito con mani contaminate, rappresenta un’importante via di trasmissione di agenti patogeni.
Perché ci tocchiamo il viso
Il gesto di toccarsi il viso è spesso legato a risposte emotive, abitudini inconsce e meccanismi di auto-regolazione. Comprendere questa dinamica è importante per sviluppare strategie efficaci di prevenzione delle infezioni.
Perché i dispositivi mobili sono hotel a 5 stelle per i microrganismi
La combinazione di calore generato dal dispositivo, umidità prodotta dal respiro e contatto continuo con le mani crea un ambiente ideale per la sopravvivenza e la proliferazione di batteri e altri microrganismi.
Come ridurre il rischio: più consapevolezza
Consapevolezza, igiene regolare e corretta disinfezione degli smartphone sono le armi principali per limitare la diffusione dei microrganismi patogeni. È fondamentale adottare comportamenti che riducano il rischio di contaminazione e trasmissione, specialmente in ambito sanitario.
E per gli smartwatch?
Gli smartwatch, sempre più diffusi, condividono molte delle problematiche degli smartphone riguardo la contaminazione microbica. L’uso quotidiano, il contatto diretto con la pelle e la scarsa frequenza di pulizia li rendono anch’essi potenziali “hotel” per microrganismi.
Riferimenti bibliografici
- Light Reading. Global smartphone market soared 7% in 2024 as vendors prepare for tricky 2025: Canalys [Internet]. 2024 [consultato il 10 luglio 2025]. Disponibile su: https://www.lightreading.com/smartphones-devices/global-smartphone-market-soared-7-in-2024-as-vendors-prepare-for-tricky-2025-canalys
- InApp. The surge of mHealth apps [Internet]. 2024 [consultato il 10 luglio 2025]. Disponibile su: https://inapp.com/blog/the-surge-of-mhealth-apps/
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- dscout. dscout Mobile Touches: A Study [Internet]. 2016 [consultato il 10 luglio 2025]. Disponibile su: https://pages.dscout.com/hubfs/downloads/dscout_mobile_touches_study_2016.pdf
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