Ogni anno The Lancet pubblica il rapporto “Countdown on Health and Climate Change”, una sorta di termometro globale dello stato di salute del pianeta e delle persone. Il report 2025, pubblicato il 29 ottobre 2025, segna una svolta storica e inquietante: per la prima volta la temperatura media globale ha superato 1,5°C rispetto ai livelli pre-industriali. A redigerlo sono 128 esperti internazionali in salute pubblica, economia, clima ed energia. I loro dati raccontano una storia chiara: i cambiamenti climatici non sono più una minaccia futura, ma una crisi sanitaria presente.
I numeri che parlano di salute
Il 84% delle giornate di ondata di calore registrate nel periodo 2020–2024 non sarebbe avvenuto senza il cambiamento climatico.
I bambini sotto l’anno di età hanno vissuto +389% di giorni di calore estremo rispetto al periodo 1986–2005; gli anziani over 65 +304%.
Le morti correlate al calore sono aumentate del 63% rispetto agli anni ’90, con oltre 546.000 decessi l’anno.
Nel 2024, il 61% delle terre emerse ha vissuto episodi di siccità estrema, tre volte più frequenti rispetto agli anni ’50.
La trasmissione climatica di malattie infettive come dengue, leishmaniosi e malattie da zecche è in aumento: +48,5% di potenziale di trasmissione per la dengue da Aedes albopictus rispetto agli anni ’50.
Il fumo degli incendi boschivi ha causato 154.000 morti per inquinamento da particolato fine (PM2.5).
Questi dati non sono solo statistiche: dietro ogni cifra ci sono persone, famiglie e sistemi sanitari sempre più sotto stress.
Il ruolo del settore sanitario
C’è anche una buona notizia: le emissioni del settore sanitario mondiale sono diminuite del 12% tra il 2021 e il 2022. Sempre più Paesi stanno agendo: 112 Stati membri OMS hanno completato una valutazione della vulnerabilità sanitaria ai cambiamenti climatici e 116 hanno elaborato un Piano di Adattamento Sanitario Nazionale.
Il messaggio del Lancet Countdown 2025 è chiaro: il sistema sanitario è sia vittima sia parte della soluzione. Ridurre gli sprechi, promuovere l’energia rinnovabile negli ospedali, educare operatori e cittadini significa proteggere vite e ridurre emissioni.
Tra rischi e opportunità
Il rapporto denuncia anche una grave regressione politica: solo il 30% dei governi nel 2024 ha citato “salute e cambiamento climatico” nei propri interventi alle Nazioni Unite (erano il 62% nel 2021). Ma non tutto è negativo. Il settore delle energie pulite è in forte espansione: nel 2023 ha rappresentato il 10% della crescita del PIL globale e oggi dà lavoro a 16,2 milioni di persone.
La transizione verde è un investimento in salute: aria più pulita, cibo più sano, città più vivibili. Ogni tonnellata di CO₂ risparmiata è anche un passo verso un pianeta meno malato.
“All hands on deck”: un appello a tutte le mani
Il Lancet Countdown 2025 conclude con un messaggio inequivocabile:
“Con le minacce alla vita e alla salute in crescita, costruire una transizione equa e protettiva della salute richiede l’impegno di tutti. Non c’è più tempo da perdere.”
Per chi lavora nella sanità, questo non è un semplice avviso scientifico. È un invito all’azione. Dalla gestione dell’acqua e dei rifiuti ospedalieri, alla promozione di diete sostenibili, fino alla partecipazione ai programmi locali di adattamento, gli operatori sanitari possono essere ambasciatori di resilienza e salute planetaria.
Dove guardare: esperienze e risorse per una sanità a basse emissioni
Molti Paesi e organizzazioni hanno già imboccato la strada della decarbonizzazione e della sostenibilità operativa, mostrando che è possibile coniugare salute, efficienza e ambiente.
In Europa
- Greener NHS (Regno Unito) – primo grande sistema sanitario nazionale con un piano Net Zero entro il 2040 per le emissioni dirette e il 2045 per l’intera filiera. Focus su farmaci, anestetici, trasporti e approvvigionamenti verdi. Visita il sito
- Health Care Without Harm – Europe (HCWH) – rete di ospedali, istituzioni e professionisti che promuove politiche sostenibili su energia, rifiuti, cibo e chimici. Visita il sito
- Centre for Sustainable Healthcare (UK) – riferimento internazionale per formazione, ricerca e toolkit operativi per reparti e servizi “green”. Visita il sito
- Global Green and Healthy Hospitals (GGHH) – iniziativa globale con più di 1.900 strutture aderenti, impegnate a ridurre l’impronta ambientale e migliorare gli esiti clinici. Visita il sito
- EU Green Public Procurement (GPP) – criteri europei per gli appalti a basso impatto, applicabili anche alle forniture sanitarie, in linea con i Criteri Ambientali Minimi (CAM) italiani. Visita il sito
Oltre l’Europa
- WHO – ATACH (Alliance for Transformative Action on Climate and Health) – piattaforma OMS che guida i Paesi verso sistemi sanitari resilienti e a basse emissioni. Visita il sito
- Practice Greenhealth (USA) – programma per ospedali e reti sanitarie con strumenti concreti per ridurre energia, rifiuti e impatti della sala operatoria. Visita il sito
- Global Road Map for Health Care Decarbonization (HCWH International) – una “mappa” strategica per arrivare a zero emissioni entro il 2050 nel settore salute. Scarica il documento
Call to Action – Tre passi per iniziare
- Aderire o collaborare con reti esistenti Unirsi a GGHH o al network ATACH dell’OMS per condividere buone pratiche, indicatori e formazione specifica per strutture sanitarie.
- Avviare un “Green Plan” sanitario locale Anche un piccolo ospedale o distretto può partire misurando le proprie emissioni, riducendo consumi energetici e integrando criteri ambientali negli acquisti.
- Formare e sensibilizzare il personale Creare cultura è il primo passo: corsi, workshop e momenti formativi su clima e salute possono generare comportamenti virtuosi e ridurre sprechi.
Ogni professionista sanitario è parte di questo cambiamento. Ogni decisione — dalla gestione dei rifiuti alla scelta di un dispositivo — è anche una scelta per il clima. La buona notizia è che la cura del pianeta coincide con la cura delle persone.
Il Lancet Countdown 2025 non parla solo di clima: parla di noi, del nostro lavoro quotidiano, dei pazienti che assistiamo e del futuro che vogliamo costruire. Ogni grado in più è un rischio per la salute. Ogni azione per ridurre l’impatto ambientale è un atto di cura.

