Chi tiene davvero in piedi il mondo?

Scritto il 01/08/2025
da Ferdinando Iacuaniello


Ci sono pezzi di realtà che ti vengono addosso all’improvviso. Come un motorino che slitta. Come una caduta che ti costringe a passare per un pronto soccorso. E lì, dentro quel tempo sospeso tra barelle, attese e dolore, ti accorgi che il mondo non funziona come pensavi.

Funziona per merito delle persone.
Di quelle che restano.
Che ti guardano, ti toccano, ti sollevano – anche solo con una parola detta bene.

Ho letto il racconto di Michele Serra e mi è sembrato di essere lì con lui.
Tra i corridoi dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano, tra le mani di una giovanissima infermiera che si muove con precisione, con rispetto, con una calma che non è rassegnazione ma professionalità.

“Se il mondo funzionasse per il verso giusto, dovrebbe essere nominata primario entro una settimana.”

Scrive così Serra, e io non potrei dirlo meglio.

Perché il mondo reale è quello dove il sangue si pulisce, le ferite si suturano e l’ansia si contiene.
Non c’è tempo per le telecamere o per la retorica. C’è da fare. C’è da esserci.

E chi c’è – spesso – è una donna, giovane, invisibile, stanca, malpagata.
Non cerca premi.
Cerca strumenti, diritti, rispetto.
Cose semplici che, nel nostro Paese, sembrano rivoluzionarie.

Io non voglio più dire che il Servizio Sanitario Nazionale è “un’eccellenza”.
Voglio dire che è un miracolo quotidiano costruito da persone vere, spesso dimenticate da chi decide, ma indispensabili per chi vive.

Il problema è che, nel nostro sistema, chi cura non conta. Conta chi comanda.
Ecco il nodo. Ecco il tradimento.
Ma anche il punto da cui ripartire.

Se c’è un verso giusto, è questo: rimettere al centro chi regge il peso del caos senza alzare la voce.
Quelli che pochi intervistano. Ma che ti salvano la vita.